Quel Natale in cui ero grande

 

 

Zia Hedda è davvero unica, e il nostro protagonista è molto fortunato a poter passare con lei tutte le vigilie di Natale, nella sua casetta in mezzo al bosco.

La zia sferruzza e cucina benissimo, ma soprattutto non si tira mai e poi mai indietro di fronte a una domanda, nemmeno la più scomoda. Ed è così che una vigilia si trova a risolvere un terribile dubbio del nipote: e se Babbo Natale non esistesse? Con fredda lucidità, i due considerano l’ipotesi. Significherebbe che non ci sono né elfi né renne, ma a portare i regali sarebbe una specie di supereroe su una slitta-razzo.

Una prospettiva deprimente e nient’affatto natalizia; peraltro, nel silenzio ovattato della neve, non si sente nessun rombo di slitte-razzo, ma un lontano fruscio tra le cime degli alberi, e uno scampanellio. Ergo, babbo Natale deve esistere per forza…

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